Foto: Simone Signorini
La Leggenda di San Giuliano
Drammaturgia e Messa in Voce: Andrea Brugnera
Collaboratore alla Regia, Light Design: Carloso Coccia
La LEGGENDA DI SAN GIULIANO è uno spettacolo che rimanda alle gesta di Giuliano l’Ospitaliere, figura controversa e umana cui molta letteratura e iconografia si è ispirata nel tempo, a partire dalla Leggenda Aurea di Jacopo da Varagine (Sec. XIII) fino a Gustave Flaubert (1877).
L’Opera di Varagine, innanzitutto, stesa fra il 1260 e il 1298 (anno della scomparsa del Monaco-Vescovo-Autore), conta centocinquanta Vite di Santi e Li individua come Marcatori del Tempo: Figure cioé che in senso escatologico Ci guidano – coll’esempio delle loro Vite – verso l’Universale Giustizia. La diffusione della Legenda, presso gli auditori medievali, fu inferiore soltanto a quella della Bibbia.
Motivo epico e fondante di questo racconto è il rapporto che lega l’uomo alla natura, alla famiglia, all’alterità. Giuliano è un giovane cavaliere che nel delirio per la caccia annienta ogni forma di vita che incontra, attirandosi una sovrannaturale maledizione che lo condurrà – proprio come Edipo – all’assassinio dei genitori. Il riscatto da questa colpa e la debita redenzione giungeranno solo attraverso l’annullamento della personalità e l’amore per i reietti; che lo trasformeranno prima in traghettatore e poi in Santo.
Questi moduli narrativi sono attuali proprio perché senza tempo. La lettura che intendiamo dare al lavoro è medievale quel tanto che basta per riferirci a una documentazione agiografica coerente, ma essenzialmente contemporanea. I temi della distruzione della natura; della negazione dei legami famigliari, e infine del recupero di una propria dignità solo grazie al riconoscimento del diverso non sono semplici argomenti del nostro quotidiano: ma i rintocchi di un orologio che può scandire la fine della nostra cultura.