ANDREA CHENIER
Ovvero
Storia Semiseria della Rivoluzione Francese
di e con ANDREA BRUGNNERA
La storia di Andrea Chenier, giovane poeta finito sulla ghigliottina ai tempi del Terrore, viene qui presa a pretesto per una passeggiata comica all’interno di quel che fu il ben più vasto dramma della Rivoluzione Francese. Senza pretese di rifare il verso all’Opera omonima ma partendo da uno scherzoso spunto sul libretto di Umberto Giordano, abbiamo guardato a questa vicenda come a uno sgangherato fumettone di avvenimenti noti e ignoti che avesse per tema principale il destino di tutti i piccoli uomini che hanno “fatto” la Storia; di quelli, per così dire, apparsi e scomparsi dietro le quinte dei grandi rivolgimenti del progresso.
 
Andrea Chenier rappresenta le migliaia di sconosciuti che assistettero forse “in seconda fila” alla Rivoluzione ma che la pagarono di persona. Egli non è eroe nè antieroe, non è neppure “l’uno qualunque”, è semplicemente se stesso: un piccolo sognatore solitario travolto dai grandi Sogni di massa del suo tempo. E’ un poeta.
Si è detto che se ai poeti piacciono le rivoluzioni, a queste non piacciono i poeti. Si è detto che ogni rivoluzione divora i propri figli. La domanda è questa: sono forse i poeti più pazzi, più visionari della rivoluzione stessa?
Il tutto è narrato da un attore solo: due sedie, qualche oggetto d’uso domestico, un vecchio tricorno da teatro. E’ un monologo grottesco che si svolge in una girandola di facce, personaggi, minuscole scene. Ciò che resta del Passato non è che questo: frammenti, qualche luogo comune e, nel migliore dei casi, risate.
Ma la Storia resta: ci si prova a raccontarla. A farne del teatro.
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foto: Serenella Rossi