L'Albero della Vita
Messa in Scena: Andrea Brugnera
Consulenza Drammaturgia: Mara Nerbano
Supervisione Culturale e Artistica: John Skillen
​
NARRATORE:
Alessio Tempesta
​
ATTORI / ATTRICI:
Andrea Brugnera
Michele Guidi
Raffaele Ottolenghi
Greta Oldoni
Maria Claudia Massari
Walter Bristot
CORO DELLE VIRTÙ TEOLOGALI:
Elisabetta Moretti
Elisa Marzano
Amane Ada Brugnera
CORO DEGLI APOSTOLI:
Paolo Picciolini
Giovanni Gribaudo
Pablo Canepuccia
Fabrizio Diomedi
Alessandro Picciolini
Alfio Capoccia
Ivano Pimponi
Roberto Tafani
Ruggero Trequattrini
Angelo Lisei
David Fuccello
Adolfo Mazzoni
​
Consulenza Scenotecnica: Gino Copelli
Consulenza Costumi: Michele K.
Consulenza Musicale: Francesco Ciccone
Maestro del Coro del Duomo: Stefano Benini
Regia Luci e Suono: Ludovico Ciribuco
Progetto Grafico: Matthew Doll
Foto: Lorenzo Scoppoletti
​
​
​
​
​
​
​
​
​
​
​
​
​
​
CORO DEGLI ANGELI (GERARCHIE ANGELICHE):
Natsuko Tomi
Naomi Virgilio
Giada Picciaia
Martina Anulli
​
MUSICISTI & CANTANTI:
Martina Sciucchino
Francesco Ciccone
Alain Niccolo’ Manieri
Amane Ada Brugnera
PARTECIPANTI
​
Il LAUDARIO ORVIETANO (XIV-XV.o Sec.) contiene una Laude appositamente creata e dedicata all’Albero della Vita dipinto presso l’ingresso principale della Chiesa di San Giovenale. Questo Dramma fu scritto probabilmente da un religioso per poi essere interpretato dalla locale confraternita:
“QUESTA RIPRESENTAZIONE SI FA COME DIO PADRE FECE EL MONDO, EL CIELO E LA TERRA, E FASI PER QUELLI DE SANTO IOVENALE”
“QUESTA REPRESENTATIONE SI FA: COME CRISTO APPARVE A L’APOSTOLI NEL MONTE E A LA FEDE E A LA CARITÀ E A LA SPERANZA, E VOLSE UDIRE DA LORO IN CHE MODO AVIENO PREDICATO PER LO MUNDO AD CONFERMARE TUCTA LA FEDE DEL SUO ARBORE”
La Lauda, che in origine doveva essere cantata - espressione a carattere polifonico di Poesia a più Voci - era verosimilmente eseguita in una forma realistica che riproponeva le figure medesime dell’affresco: il Messia come Frutto dell’Albero della Croce, la Vergine implorante pei peccatori, Giovanni il discepolo affranto ai piedi del Legno, gli Apostoli come innumeri Rami proferenti ciascuno un verso del Credo; le Virtù Teologali, infine, annunzianti la Grazia e il Perdono.
Il pubblico dei fedeli doveva trovarsi allora di colpo trasformato in una sorta d’attore collettivo: guidato e direttamente coinvolto nell’evento.
Seguendo così le tracce di questo piccolo capolavoro, ne abbiamo fatto una trasposizione in quadri, stazioni didascaliche e interventi musicali-canori, traducendo l’antico linguaggio in una misura più comprensibile all’auditore contemporaneo, ma serbando metrica, assonanze, e suggestioni dell’Opera originale. Un “restauro” che ha inteso mantenere intatte le parti più autentiche del manoscritto grazie a una rispettosa – per quanto possibile – restituzione al “presente”.
La nostra ricerca, inoltre, tiene conto della presenza dell’affresco dell’Albero della Vita come un raro Monumento Narrante: essa trova infatti una sua ulteriore ragione in quella che doveva essere nella Teatralità Medioevale l’interazione continua fra Dramma e Pittura; fra Corpus Vivente e Corpus Immaginario; fra Scrittura tramandata e Comunità in ascolto.
A partire dal X.o Secolo in Europa, la drammatizzazione della Liturgia vive un doppio rapporto con le Arti Figurative: a volte plasmandole, altre lasciandosi plasmare. Il Dramma Sacro, in Occidente, sorge come forma per visualizzare il Nuovo Testamento e Lo narra. È da questa straordinaria Narrazione che nasce l’intreccio storico fra Scrittura, Liturgia e Spettacolo.
​
​
​
​
​
​
​