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Camelot

Il Racconto di Artù

di e con ANDREA BRUGNNERA

Dalle “Materie” di Roma, di Francia, di Bretagna e della Penisola – che erano i principali e prediletti argomenti di Menestrelli e Trovieri intorno al XIV° Secolo – il Ciclo Bretone con le vicende di Artù e dei Personaggi della Tavola Rotonda rappresenta l’Epica più vasta, celebrata e misteriosa, che sia giunta a noi. In essa confluiscono numerose e diverse Tradizioni Narrative: da quelle orali raccolte e cantate dai “Gleemen” Bretoni e Gallesi, alle primitive registrazioni Cristiano-Latine dei chierici colti; dalla importante versione di Goffredo de Monmouth nella “Historia Regum Britanniae” del 1137, alle diffuse composizioni in rima dei Trovatori, fino a incontrare, più in là, le opere significative di Chretien de Troyes, Wolfram von Eschenbach, Thomas Mallory.

Col passaggio in prosa del romanzo metrico, e la sua traduzione e rielaborazione nelle varie lingue degli emergenti Stati Nazionali (comtemporanee al formarsi delle Grandi Monarchìe), la Trama Arturiana diventa “la più narrata al di là del Mare”, e con ciò già un acquisito mitologema occidentale. Abbiamo così un insieme di antiche leggende britanniche e di loro conseguenti elaborazioni (attecchite anche sul Continente – dalla Francia all Sicilia - ), che ancor oggi gode di un’attenzione e di una costante rappresentazione (nella fiction contemporanea e nel cinema) non concesse ad altre Tradizioni.

Il Ciclo Arturiano comprende al suo interno più storie – episodi e sviluppi della Saga – che si rivelano come prodotti di una lunga sovrapposizione di vicende eterogenee di provenienza remota, sapientemente legate e trasmesse nei secoli: Giuseppe d’Arimatea e il trasporto del Graal, il Re Pescatore, l’origine di Merlino, Utherpendragon ed Excalibur, l’infanzia di Artù e Lancillotto, la Spada nella Roccia, Artù Re e le guerre contro i Romani, Ginevra, il matrimonio di Artù e la Tavola Rotonda, il Tradimento di Lancillotto e Ginevra, il Graal appare alla Tavola, i Cavalieri alla Cerca del Graal, Perceval, la dannazione di Lancillotto e Ginevra, il Tradimento di Mordred, la fine di Merlino, il ritorno del Re Pescatore, la Battaglia di Camlan, la Morte di Artù.

Si tratta di un Materiale Epico non lontanissimo e non dissimile nel contenuto centrale dalle vicende dei cugini Nibelunghi o dalle antiche storie nordiche che si riflettono in Amleto. Il Tradimento, che è il dramma originale ed originario del Ciclo, va qui inteso come nucleo e asse portante attorno al quale si sviluppano i vari eventi: tutto ciò che sorge e si fonda sulla colpa del Tradimento (sorta di incancellabile Peccato Originale), e cioè tutto il Potere, le Passioni, la Vanità, è destinato a perire. Il valore dei Cavalieri si rivelerà inutile.

L’altro asse che agisce è quello del Sacro Calice: malgrado ogni sforzo lo raggiungerà solo il più puro degli eletti, e a prezzo di una vita: soccombendo per le ferite o ritirandosi nell’ermo. Malgrado ogni suo potere, il Graal non salverà Camelot dalla Fine. Noi abbiamo privilegiato il tema del Tradimento come principio, sviluppo e fine della Tavola Rotonda: Artù nasce dalla violenza di Utherpendragon, sarà tradito il giorno delle nozze da Landillotto e Ginevra, e infine perirà sotto i colpi del figlio ribelle Mordred, anch’esso concepito con inganno e in assenza della protezione di Merlino, a sua volta incantato da Viviana.

Privilegieremo, oltre a questo tema, anche quello di un Medioevo che si sfalda, in cui l’arroganza dei Paladini senza macchia viene fermata dalla paura dei cannoni e forse anche dagli incantesimi della politica, dove la loro carnale brutalità diventa lunare solitudine, come nel Folle della Mancia.

 

Un Menestrello Narratore, armato di pochi oggetti, affronterà in una sorta di lungo Racconto Teatrale le vicende, i fasti e le sventure della Tavola Rotonda e dei suoi Protagonisti, sposando il Meraviglioso con la Chanson de Geste, l’anacronismo storico con la geografia fantastica, gli immaginari Bestiari con le Vite dei Santi.

Vi saprà prendere per mano, conducendovi di quadro in quadro, di episodio in episodio – comico e poetico, grottesco e drammatico che sia – fin dentro a un Affresco di Personaggi vivi, di atmosfere presenti, di Mondi forse non del tutto perduti; Là dove, vi chiederete insieme all’Attore – Contastorie, se quei Luoghi non siano dentro di Noi, e se quel Tempo non sia il Nostro Presente.

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